Essere Tecnica-Mente Vincente: Armando Pintus Psicologo del Golf e Mental Coach al Raduno della Federazione Lombarda di Golf
Nell’ultimo ritiro dei BG Brevetti Giovanili della Federazione Lombarda di Golf ad Arzaga, con vivo piacere ho potuto lavorare con i ragazzi sui principali aspetti mentali presenti nel gioco del golf, al fine di sensibilizzarli e farli riflettere sugli aspetti che tanto spesso vengono trascurati, e che sono decisamente rilevanti per poter vincere – o perdere – una gara.
Anche se il tempo è stato poco, e gli argomenti trattati tanti, l’ interesse e la partecipazione è stato molto alto. E i contenuti trattati sono stati fortemente graditi e apprezzati.
Sono stato felice di poter parlare a dei ragazzi così coinvolti e attenti, (motivo per cui con gratitudine anche in questa sede ringrazio sentitamente il Presidente della Federazione Lombarda Carlo Borghi, il Responsabile dell’attività giovanile Giovanni Porta e il Coach Regionale Massimo Florioli dell’invito a far parte del veramente capace gruppo che ha condotto questo ritiro).
Durante le sessioni con i gruppi di ragazzi che ho fatto in quanto “Psicologo e Mental Golf Coach”, abbiamo lavorato soprattutto su questo:
- come migliorare la gestione del proprio stato emotivo e mentale in campo;
- come superare meglio e più in fretta le possibili conseguenze che derivano da una deconcentrazione o da un peggioramento del proprio modo di giocare;
- come uscire più rapidamente dalle conseguenze negative che innescano i “colpi sbagliati”;
- come ritornare ad essere più presenti ed efficace in campo nel caso in cui emergano “paure di fare male”.
Ciò che è emerso nei ragazzi a fronte degli stimoli loro forniti su cosa è indispensabile fare per aumentare le proprie possibilità risultare vincenti, (risultare vincenti è stato l’ulteriore grande tema trattato implicitamente nell’incontro avuto con loro), è stato soprattutto questo:
- Una grandissima attenzione agli aspetti tecnici e fisici del colpo, che a volte va a detrimento degli ulteriori aspetti rilevanti, (quali gli aspetti mentali appunto, la scelta della strategia di gioco e valutazione delle “rischiosità” dei vari colpi, l’importanza dell’alimentazione, ecc.);
- Una sottovalutazione degli aspetti psicologici e comportamentali che permettono di migliorare l’utilizzo delle proprie capacità tecniche;
- Un distratto atteggiamento verso gli aspetti e gli atteggiamenti che sono capaci di modificare in meglio, o che peggiorano, una propria prestazione;
- Una sottovalutazione degli “stress” a cui si è sottoposti durante una gara in termini di prolungata attenzione e tensione;
- Uno stato di insufficiente o mancante considerazione, sui precisi impatti – e conseguenze – che le emozioni quale la rabbia, la paura, la delusione o il dispiacere, possono avere nel trasformare in perdente un giro o una più complessiva condotta di gara.
Alcuni dei temi che “maturamente” i ragazzi hanno richiesto che vengano trattati in futuro, e che per via del limitato tempo disponibile non hanno potuto avere una sufficiente trattazione, mache certamente andranno affrontati in futuro, sono stati:
- come utilizzare e impostare un allenamento per poter fare meglio in gara;
- gli aspetti di allenamento mentale che più hanno effetto nel “gioco reale”:
- le principali cause, problematiche e difficoltà che sono più frequenti sul tee della 1, e come gestirle;
- la paura di finire out, o in acqua, o nel bunker o di giocare male – e gli effetti che hanno sul giocatore che è impegnato in una gara;
- come trarsi dai “guai emotivi”;
- a cosa principalmente prestare attenzione al fine di individuare subito un possibile “rischio di peggioramento delle proprie prestazioni”,
- cosa fare per crescere ed elevare le proprie abilità e modalità mentali di gioco.
A margine di questo incontro, quindi, che è stato molto concreto e mirato al fare risultati, si è poi discusso del tema che è sempre molto caro a tutti gli aspiranti Pro, Maestri, e Genitori, ovvero: quanto conta la tecnica? E “conta di più la tecnica o la psicologia del golf e del golfista?”
Questi temi, in sintesi, hanno portato alle seguenti riflessioni:
- Ma quanto davvero conta la testa per ottenere risultati? Se possiedi già una buona tecnicalità, tantissimo, se invece non la possiedi ancora, decisamente meno;
- è più importante essere tecnicamente validi e precisi, o sapere come “mentalmente cavarsela dagli impacci ed errori” che possono capitare in campo, e che possono costare assai tanto in termine di score e risultati? Entrambe le cose, con la parte tecnica che è presupposto fondamentale, (dato che se non hai precisione di tiro, forza, capacità di scegliere i ferri, eccetera, puoi essere “psicologicamente solido e stabile finché vuoi, ma ben difficilmente riuscirai ad assicurare un buono score andando in bandiera e chiudendo le buche in pochi colpi”);
- se invece si sa andare in bandiera con efficacia, allora sì che la parte mentale diventa determinante e fondamentale al ripetere efficacemente i colpi che si sa fare.
Per arrivare a chiarire, alla fine sessioni avute con i ragazzi, che:
- per fare un buon risultato è insostituibile la pratica e la capacità tecnica;
- per avere sufficiente spinta e forza nel tiro lungo è determinante la parte fisica;
- se mentalmente non si impara a stare in campo in modo vincente, non si vince;
- poter ottenere risultati validi e costanti è indispensabile che al crescere delle capacità tecniche crescano anche le “abilità mentali” di vittoria.
Ecco perché, si è detto, concludendo, che nel Golf, come altrove, ci vuole sempre una bella testa efficiente, oltre che mano, occhio, gambe, eccetera.
PER VEDERE LE FOTO DEL RITIRO: http://www.federgolflombardia.it/photogallery-ultimo-raduno-bg-2014-ad-arzaga/
Armando Pintus – Psicologo del Golf e dello Sport e Mental Coach – Psicoterapeuta – Milano – www.PsicologoMilano.Tv – www.CoachingMilano.com – www.csrformazione.it – www.milanogolf.it
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