Concentrazione, Tecnica o Attitudine Mentale: cosa conta di più per Vincere nel Golf?
di Alberto Marzetta
Concentrazione, tecnica, psicologia del golf e attitudine mentale: queste sono le necessarie abilità che bisogna avere per essere un buon golfista.
In ambito sportivo, infatti, oltre che alla tecnica è indispensabile avere un’alta concentrazione e una condotta integerrima che possano permettere all’atleta, anche nei momenti più difficili della competizione, di dare il massimo per conseguire un buon risultato.
Ogni sport, si sa, oltre che chiaramente per la tecnica, differisce dagli altri per l’approccio mentale. Prendiamo per esempio due sportivi che sono gli antipodi: un corridore e un golfista.
Il primo non ha tempo per ragionare su un errore commesso o su altro ma deve pensare alla curva seguente.
Invece il secondo deve riflettere su ogni colpo e, purtroppo, passando all’incirca tra un colpo e l’altro cinque minuti fatica di più a digerire un “colpaccio” o una buca sbagliata.
Caratteristica che accomuna tutti gli sport invece è il comportamento.
Quest’ultimo molte volte viene considerato come uno degli aspetti meno importanti ma anche solo a rifletterci un attimo si scopre che non è assolutamente così.
Una condotta di gioco corretta e rilassata, infatti, possono notevolmente aiutare l’atleta a mantenere calma e tranquillità mentale dopo un errore e soprattutto a non disperdere energie.
Infatti sempre per rimanere su un tema a noi caro quale il golf, possiamo vedere come tutti i grandi golfisti abbiano una mente allenata ad affrontare situazioni a loro sfavorevoli per poter avere in ogni caso il massimo risultato, e in questo non potrebbe esserci esempio migliore di Tiger Woods.
Una delle sue tante incredibili imprese è stata quella di imbucare un putt di 5 metri per il birdie alla 72esima buca dello US Open Championship per andare al play off, svoltosi poi su 18 buche il giorno seguente, contro Rocco Mediate. Play off che poi woods ha brillantemente vinto.
Tutto ciò, chiaramente, lo può fare soltanto un campione che possiede un grande controllo emozianale grazie al quale sa esprimere lo stesso livello di gioco sia in allenamento sia in gara sotto pressione.
Pertanto che dire? Se posso dare un consiglio valutate correttamente (e non sottovalutate mai) la potenza e l’efficacia che della nostra mente per poter vincere, sia nello sport, sia nella vita.
Alberto Marzetta – hcp 4,2 – grande appassionato di Golf
Commento di Armando Pintus:
Alberto ha ragione, la parte mentale è assolutamente determinante per raggiungere e ottenere risultati in qualsiasi sport o disciplina.
Qui in particolare voglio portare l’attenzione su un aspetto che molto spesso non viene adeguatamente considerato: LA CONTINUITA’ DI RISULTATO!
Quanto sono infatti i casi di atleti, e in tutte le discipline e non solo nel golf, che magari ottengono un grande risultato, venendo magari visti come una possibile luminosa promessa, e poi finiscono per “scivolare” verso risultati che se pur di rilievo, sono però considerati mediocri per eccellere fra i Professionisti?
E quanti sono i dilettanti che riescono a vincere e ad ottenere risultati anche eccezionali, che poi passando fra i protagonisti spariscono praticamente nelle fasce basse dello score o faticano in modo indicibile a “superare i tagli”?
Per fare un esempio cambiando anche settore, parlando di calcio (ma non solo): quanti sono coloro che raggiungono grandi risultati in una squadra minore peraltro magari sempre di serie A o di B! ….. Poi: evviva … arriva il sognato ingaggio nella capolista o nella grande squadra della grande città …… e improvvisamente si scivola nella mediocrità e nel continuo errore deludendo tutti (oltre che sé stessi)!
Come mai? La risposta è ovvia e incontrovertibile: non è che quel giocatore ha perso la tecnica o la bravura ma la sicurezza! In quel cambiamento ha improvvisamente sviluppato problemi di convinzione, o di autostima, o di grinta o di gestione dell’emotività, o ha perso creatività, energie o smalto, e quindi ……. si è ritrovato, (e magari anche dall’aoggi al domani), a dover gestire delle problematiche psicologiche e mentali, che prima non aveva o che non avvertiva e non interferivano nelle prestazioni. (Problematiche quali paure di sbagliare, ansietà, attacchi di panico, insonnia, crisi di rabbia, di commozione 0 di “magone”, sfiducia o pessimismo o, per converso, ottimismi immotivati, ecc.).
Quindi qual’è il consiglio? Investi pure tempo ed energia nella tecnica, è indispensabile! Ma dove vai se “la testa e il cuore” non sono a posto? Ovvero se psicologicamente parlando non fai quel percorso e acquisisci quelle abilità che sono indispensabili per migliorare e crescere nel tuo sport anche psicologicamente?
Del resto in modo molto chiaro e netto è ciò che Timothy Gallwey, (Ex Capitano della Harvard University Tennis Team, allenatore di tennis, scrittore e formatore),amava ripetere “L’avversario che si nasconde nella nostra mente è molto più forte di quello che troviamo dall’altra parte della rete.”
Per approfondimenti leggere anche:Armando Pintus – Milano: IL COACHING PSICOLOGICO PER REALIZZARSI NELLA VITA, NEL LAVORO O NELLO SPORT
http://coachingmilano.com/armando-pintus-coaching-psicologico-psico-coaching-nella-vita-lavor-sport/
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