Quando gli dei cadono.

C’era un dio, pagàno come lo sono tutti gli dei dello sport, che all’inizio di questo secolo ha dominato le scene golfistiche come pochi in precedenza. Con un gioco potente, solido; forte di un’aura indecifrabile sembrava non avere avversari, anzi gli stessi rivali subivano il suo carisma, la sicurezza, tanto da non riuscire, spesso, ad esprimere il loro vero potenziale una volta di fronte a questo personaggio dalle sembianze mitologiche. Sebbenela letteratura greca non faccia menzione di abitanti dell’ Olimpo dalla pelle nera, l’effetto sembrava proprio quello: comuni mortali atterriti davanti ad un’entità superiore.

Chi lo ha seguito in quegli anni sa di cosa parlo. Tiger Woods, questo il nome del dio per chi ancora avesse qualche dubbio, semplicemente non aveva rivali, se non saltuariamente e per periodi molto brevi. Un dominio che sembrava destinato a durare a lungo e che agli occhi dello spettatore, io stesso mi schiero tra questi, risultava a volte persino fastidioso nei modi con cui si manifestava.

Oggi questo dio è caduto, ma diversamente da altri miti dello sport, Tiger è caduto in maniera anomala, inconsueta. Non è sceso dall ‘Olimpo per l’età avanzata, per la mancanza di stimoli, per problemi fisici irrisolvibili. Ha in qualche modo perso i suoi poteri!

Quello scudo invisibile che lo rendeva invulnerabile si è rotto, non c’è più. Punto.

Il fallimento del matrimonio per lo scandalo sessuale (scandalo che nell’immaginario di alcuni ne faceva, probabilmente, un dio ancora più forte e potente…) ?

Di sicuro da quel momento in avanti qualcosa si è incrinato .

L’ossessione per per la preparazione atletica che ha lasciato qualche acciacco nel fisico e lo ha allontanato per alcuni periodi dal gioco?

Plausibile.

La difficoltà nel gestire rapporti con i propri coach?

A pensarci c’è del vero.

Ognuno di noi può trovare le ragioni più attendibili e persino riconoscersi in alcune debolezze, addirittura comprenderle.

Fatto sta che Tiger è retrocesso precocemente e in maniera forse irreversibile allo stato di comune mortale, comune al punto da non poter competere più con i poteri dei nuovi abitanti dell’ Olimpo.

E’ uno scontro impari. Spesso avvilente, a volte persino spietato.

Nulla brucia di più ad un dio dell’impossibilità di combattere con gli altri suoi pari e nulla è più malinconico per un “credente” di vedere il proprio idolo detronizzato.

E’ lo sport, è la vita. E’ il destino, a volte crudele, delle leggende che tornano sulla Terra.

 

Paolo Sghedoni.

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