Si può imparare guardando delle gare di campioni di golf “dal vivo”? E se sì, che cosa soprattutto?

Rafa Cabrera Bello spiega ad Armando Pintus come è riuscito a fare un magnifico giro con soli 63 colpi all’Open d’Italia del 2014

Rafa Cabrera Bello spiega ad Armando Pintus come è riuscito a fare un magnifico giro con soli 63 colpi all’Open d’Italia del 2014

Rispondo molto volentieri alla lettera che segue:

Egr. Dott. Armando Pintus,

recentemente ero all’estero con un collega amateur di golf e avendo il fine settimana libero siamo andati ad assistere a una gara dell’European Tour. Il mio collega a fine gara era raggiante e mi ha detto “è stata un’esperienza bellissima che mi ha insegnato molto”.

A me francamente è piaciuto molto vedere dei campioni all’opera, ma non ho imparato nulla: secondo lei si può realmente imparare guardando da vicino dei professionisti?

Grazie.   Carlo S.

Sì Carlo si possono imparare molte cose utili e fruttuose vedendo una gara di campioni.

Negli anni di gare nazionali e internazionali, maschili e femminili, ne ho viste parecchie e ogni volta ho imparato qualcosa di utile e interessante.

Ripensando ad esempio ad alcune di queste gare mi vengono subito in mente gli effetti della rabbia su vari campioni che, dopo essere finiti nel rought o in un bosco, tirano un’irosa botta che manda la pallina talmente fuori da costringerli poi fare dei colpi ancora più difficili. Quindi quali sono gli apprendimenti che si possono trarre da un evento come questo?

  1. che anche i campioni possono fare parecchi errori;
  2. che se non bloccano gli effetti della loro rabbia prima di tirare, come peraltro succede anche a molti dilettanti, corrono dei rischi molto forti;
  3. che alcuni – e si vede da come camminano e dalle routine che adottano -riescono sistematicamente a “scaricare l’arrabbiatura” arrivando anche a ridere e scherzare col caddie prima di tirare. Altri invece difficilmente vi riescono, con le conseguenze che sono ben visibili in campo;
  4. che coloro che controllano sistematicamente meglio le emozioni si posizionano con più successo in classifica.

A questo proposito è utile vedere dal vivo i comportamenti in campo di alcuni giocatori e valutare gli effetti dei comportamenti che adottano, anche per riflettere su come noi per primi gestiamo le nostre emozioni e su quali effetti esse hanno sul nostro gioco.

Guardando i Pro si può anche vedere come fanno a superare in fretta i “colpi sbagliati”, come “staccano” fra un colpo e l’altro e come fanno a “vedere la linea” durante un difficile putt, per imparare da loro.

Infatti:

  • per lo più tutti i Pro camminano in modo eretto e con grande sicurezza, dato che sanno bene che una postura di sicurezza facilita un miglior controllo dei propri stati interiori, mentre il tenere la testa diritta aiuta di solito a vedere con più chiarezza le linee;
  • i più bravi prima di tirare un Putt di successo con evidenza si isolano fortemente dal contesto e si concentrano “totalmente” sul pensare al tiro che vogliono fare;
  • alcuni giocatori, soprattutto se giovani, se si ritrovano nella parte alta della classifica spesso sembrano camminare un po’ più curvi e facilmente tirano meno bene. Cosa che ci ricorda ancora una volta che dobbiamo sempre stare molto attenti ad avere posture di sicurezza e forza rimanendo eretti e concentrati;
  • vedere come fanno Darren Clark, o Rory Mc Ilroy, o Hannie Otto o Martin Kaimer a gestire un tiro poco brillante, insegna e fa capire che tutti i grandi campioni, dopo un gesto di stizza o rabbia, sanno riconcentrarsi controllando in fretta i propri comportamenti. Non iniziano a lamentarsi come così spesso fanno i dilettanti, ma “entrano in sé stessi” e si lasciano rapidamente alle spalle quel tiro che è venuto male o è stato troppo diverso rispetto alle aspettative che avevano;
  • vedere quanta cura essi destinano alle routine di gioco, facilmente può stimolarci a diventare più bravi nel costruirci delle routine di successo.

Lo stesso discorso possiamo farlo guardando come i Pro praticano prima o dopo una gara: studiano attentamente i colpi che fanno, si isolano, si concentrano e tirano poche palline insistendo solo su ciò che pensano non abbia funzionato bene in quella gara.

Oltre a quanto sopra menzionato, nel vedere i campioni all’opera possiamo ispirarci anche a come essi:

  1. sanno con grande capacità concentrarsi sul singolo tiro che devono fare senza guardare il punteggio o i tiri fatti prima;
  2. valutano sempre attentamente i rischi, scegliendo i tiri più semplici e meno “pericolosi”;
  3. hanno delle routine di tiro con cui eliminano la fretta di tirare;
  4. sanno abilmente isolarsi dagli altri “recuperando energia e tranquillità”.

E quindi cosa possiamo imparare? Che se ci ispirassimo a loro per “imitarli psicologicamente” invece di rimanere solo ammirati dai colpi perfetti o spettacolari che fanno, potremmo prenderli davvero come modelli da seguire sulla strada della crescita di quelle capacità anche mentali che sono alla base del giocare con più successo.

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Armando Pintus — Psicologo Energetico — Psicoterapeuta — Coaching Psicologico Personale e Sportivo — Milano — Esperto in Psicologia Energetica e del Benessere, Psicosomatica, Sviluppo di Capacità e Risultati Personali, Emozionali, Sportivi e di Relazione http://www.psicologomilano.tv/ — http://www.CoachingMilano.com — http://www.Eft-Italia.Eu/ — http://www.MilanoGolf.It/ - http://www.CsrFormazione.it

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